Marco Pacetti, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Ermanno Casoli, è stato riconfermato per la quinta volta rettore dell’Università Politecnica delle Marche. Con il quinto mandato il super professore resterà negli annali dell’ateneo dorico. Questa volta in modo particolare considerando che ha trionfato su ben quattro candidati, quattro docenti di tutto rispetto che hanno reso stimolante la competizione. La più appassionante, dopo quella del 1997 che vide contrapporsi Ugo Ascoli, docente di Sociologia e lo stesso Marco Pacetti, prof di Fisica tecnica alla successione di Guido Bossi. Pacetti ha conquistato 230 voti dei 425 votanti: 395 docenti, 8 rappresentanti degli studenti e 22 voti del personale tecnico amministrativo.
“Questo mandato servirà per preparare una nuova generazione accademica”, avverte il neoeletto rettore. Un programma ambizioso come aveva annunciato lo stesso Pacetti nel mezzo della campagna elettorale. “Cominceremo subito a mettere al lavoro i giovani – spiega – con collaborazioni più strette; l’obiettivo è di avere persone preparate. Il tutto considerando che nel frattempo cambieranno molti vertici dell’ateneo”.
In pista, contro il gettonatissimo professore, s’erano schierati: Pietro Alessandrini, Economia Monetaria (Economia), 69 voti; Edoardo Biondi, Geobotanica (Agraria), 19 voti; Saverio Cinti, Anatomia (Medicina), 45 voti; ed Enrico Primo Tomasini, che insegna Misure Meccaniche, Termiche e Collaudi (Ingegneria), 37 voti. Era stato proprio Alessandrini, tre anni fa, a scrivere una lettera ai colleghi con la quale richiamava l’esigenza di turnover alla testa dell’ateneo dopo le due precedente elezioni senza gara.
“Sono soddisfatto, sono stato in grado di superare ben quattro candidati al primo colpo – commenta Pacetti – Questo significa che la gente ha avuto fiducia quando ho proposto una guida affidabile. La strada che ci aspetta sarà molto accidentata”. Proprio in vista delle future difficoltà, nel programma Pacetti ha messo in evidenza due priorità. E cioè: “Mantenere la solidità finanziaria, necessaria a fronte dei tagli previsti dal Governo, e dare grande spazio alla ricerca”.