Artista: Francesco Arena
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Headquarters Elica
Numero partecipanti:20
Luogo: Fabriano
XI Edizione
Francesco Arena, Teste, 2009 Photo: Stefano Menconi
Presentazione del progetto Teste di Francesco Arena, 2009 Photo: Stefano Menconi
Un momento del workshop Teste, 2009 Photo: Stefano Menconi
Francesco Arena, Teste, 2009 Photo: Stefano Menconi
Francesco Arena, Teste, 2009 Photo: Stefano Menconi
Francesco Arena, Teste, 2009 Photo: Stefano Menconi
Francesco Arena, Teste, 2009 Lapidelle di marmo inciso, tubi e lastre in acciaio Photo: Stefano Menconi
Teste è il titolo dell’opera realizzata da Francesco Arena con venti dipendenti di Elica per la XI edizione del Premio Ermanno Casoli e si incentra sul valore del passato come fonte d’ispirazione iconografica per gli artisti, che fin dall’antichità si sono misurati con la questione del tempo e della storia, alla ricerca costante del linguaggio più adatto a rappresentare e tramandare la memoria di certi momenti cruciali o rendere immortali quei personaggi che hanno segnato il destino dell’umanità.
Partendo da queste premesse, attraverso un lungo percorso di riflessione guidato dall’ artista, il gruppo di lavoro ha individuato sei personaggi significativi per la storia delle Marche e per ciascuno di loro è stato realizzato un ritratto scultoreo in argilla. I sei busti così ottenuti, sono stati posizionati in altrettanti punti di passaggio all’interno e all’esterno della sede Elica di Fabriano e, attraverso un originale meccanismo idraulico per la raccolta e la dispersione delle acque piovane, sono state sottoposte ad un procedimento di corrosione naturale. Una chiara metafora del tempo che scorre e della conseguente corrosione e dispersione della memoria, con un valore positivo costituito dal fatto che l’acqua piovana riporta la memoria alla terra che potrà generare nuove possibilità. A distanza di sei anni, l’artista è intervenuto nuovamente sul proprio lavoro posizionando, al posto delle sculture oramai completamente consumate, delle piccole lapidi di marmo con incisi i nomi dei sei personaggi che comparivano nella prima fase dell’opera.
Affidando il ricordo delle persone raffigurate allo scorrere del tempo, si è evidenziato con più chiarezza il contrasto tra la natura effimera della memoria e quella dell’opera d’arte che può renderla attuale e duratura.
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