Artista: Matteo Fato
Curatore: Marcello Smarrelli
Azienda: Elica spa
Numero partecipanti:159
Luogo: Elica – Fabriano; FIME Elica Motors Division – Castelfidardo
XVIII Edizione
L'artista Matteo Fato nell'atelier temporaneo presso Elica di Fabriano. Foto: Michele Alberto Sereni
Un momento del workshop presso Elica di Fabriano. Foto: Michele Alberto Sereni
Uno degli stracci per la pulizia dei pennelli. Foto: Michele Alberto Sereni
Matteo Fato mentre monta il suo atelier temporaneo in FIME_Elica Motors Division a Castefidardo (AN) negli spazi della linea di produzione. Foto: Michele Alberto Sereni
Un momento del workshop in FIME, Castelfidardo (AN). Foto: Michele Alberto Sereni
Un momento del workshop in FIME, Castelfidardo (AN). Foto: Michele Alberto Sereni
Il dipinto composto da 159 segni lasciati dai dipendenti di Elica e dal segno lasciato dall'artista a chiusura dell'attività di formazione. Foto: Michele Alberto Sereni
Matteo Fato e 159 dipendenti Elica, Gentili come un ritratto, 2020 (circa). Installation view Foto: Michele Alberto Sereni
Matteo Fato e 159 dipendenti Elica, Gentili come un ritratto, 2020 (circa). Installation view Foto: Michele Alberto Sereni Foto: Michele Alberto Sereni
Matteo Fato e 159 dipendenti Elica, Gentili come un ritratto, 2020 (circa). Installation view Foto: Michele Alberto Sereni
Matteo Fato vince la XVIII edizione del Premio Ermanno Casoli con il progetto Gentile come un ritratto, titolo che richiama volutamente il presunto autoritratto che il pittore Gentile da Fabriano (Fabriano 1370 ca., Roma 1427) avrebbe realizzato nel suo polittico l’Adorazione dei Magi (1423), oggi agli Uffizi.
Quella dell’artista è stata una sfida su più livelli: partire da un capolavoro del passato, legato al genio e all’eccellenza del territorio marchigiano, per concepire un’opera collettiva che parli del presente passando dall’autoritratto di Gentile al ritratto attuale di Elica. Si crea così un collegamento ideale che unisce, con un corto circuito temporale, la bottega rinascimentale dello storico pittore con l’azienda che da Fabriano, grazie alla passione del suo fondatore Ermanno Casoli, si è distinta nel mondo nell’ambito dell’industria e del design.
In un momento particolarmente difficile, in cui anche la dimensione relazionale del lavoro è messa a dura prova, il progetto proposto da Fato è stato scelto per la sensibilità e l’efficacia con cui è riuscito ad affrontare questo aspetto. L’artista ha deciso di aprire la sua autorialità ad un’operazione collettiva, traducendo il gesto pittorico, cifra distintiva del suo lavoro che “accade” nel silenzio e nella solitudine del suo studio, in un “fare insieme”, ricreando un senso intimo e profondo di vicinanza con l’altro. L’opera, che nella sua pluralità e astrazione è capace di rappresentare tutti quelli che hanno contribuito a realizzarla, è il risultato di un atelier temporaneo di pittura, durato una settimana, allestito negli spazi aziendali delle sedi Elica di Fabriano e Castelfidardo, condotto da Matteo Fato, a cui hanno partecipato 159 dipendenti invitati a lasciare il proprio segno su un’unica tela. Durante il workshop, i partecipanti hanno avuto la possibilità di confrontarsi, uno alla volta, personalmente con l’artista, riflettendo insieme sulla natura del ritratto come forma espressiva che rappresenta non solo un’individualità, ma l’epoca che la caratterizza. Per ritrarre un soggetto è infatti necessario poter giungere a una “familiarità” con il contesto storico, culturale e sociale che lo circonda. Con questa consapevolezza ogni partecipante ha ricevuto dall’artista la chiave per lasciare il proprio segno, alla ricerca di una somiglianza fondata sul proprio vissuto e sulla propria quotidianità. Il ritratto, come di consuetudine nel modus operandi dell’artista, diventa parte di una più articolata installazione, composta da altri dispositivi legati al suo processo di lavoro. Da questa azione collettiva sono state prodotte altre tele, ricavate dai panni utilizzati per la pulizia dei pennelli a ogni cambio di mano e di colore, a loro volta intelaiati e incorniciati all’interno delle rispettive casse da trasporto.
“Il titolo iniziale del workshop, nella sua messa al mondo come installazione definitiva, assume una pluralità necessaria: Gentili come un ritratto. Questa modifica alla prima e forse più importante parola del titolo, si mostra indispensabile per omaggiare gli occhi e le mani gentili, che ci hanno donato la loro storia; una storia preziosa che è divenuta ritratto di paesaggio del nostro tempo”. Matteo Fato
Gentili come un ritratto entra quindi a far parte di Elica Corporate Collection, una speciale collezione che raccoglie tutte le opere realizzate da artisti e dipendenti dell’azienda durante le attività promosse dalla Fondazione Ermanno Casoli.
Il progetto è parte delle celebrazioni per il 50° anniversario della nascita dell’azienda Elica, realizzato nell’ambito di E-STRAORDINARIO – il programma di formazione con l’arte contemporanea che, da oltre un decennio, contraddistingue l’attività della FEC.